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LA NOMINA e l'INGRESSO COME ARCIVESCOVO DI MILANO
di Mons. Giovanni Colombo 

"... è, comunque, certo che dal giorno del suo ingresso, il 20 ottobre 1963, festa della dedicazione del Duomo, sino alla fine del 1979 il suo fu un grande e splendido episcopato, assai più di quanto ancora si crede comunemente, poiché non si è mai preoccupato di emergere e di apparire. L’osservazione, già citata, è del cardinale di Bologna, Giacomo Biffi, cresciuto alla scuola di Colombo: «La Cristianità italiana postconciliare credo non gli abbia prestato adeguata attenzione: probabilmente non si è resa conto sufficiente della intelligenza del suo magistero e della sua saggezza pastorale. La colpa è un po’sua, dal momento che egli si è sempre curato poco di fare notizia o rendersi presente ai convegni e sulle pagine delle riviste».

                                                    Inos Biffi, Nuovi saggi sull'Arcivescovo Giovanni Colombo, NED 2003

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Foto sopra: Mons. Colombo al paese nativo durante il viaggio a Milano per l'ingresso; a destra, l'uscita dal Seminario di Venegono il giorno dell'ingresso.

L'annunzio ufficiale della sua nomina ad arcivescovo di Milano fu data personalmente da Mons. Giovanni Colombo il 14 agosto 1963 ai seminaristi di Venegono, raccolti nella cappella di teologia per la recita dell'ora sesta e dell'Angelus: "Sono le 12 e posso ormai rompere il segreto. Sono il vostro Arcivescovo". E conversando con loro, rivelava il profondo turbamento che aveva suscitato in lui il biglietto di nomina che ogni mattina si ritrovava sul tavolo del suo studio, come sant'Ambrogio, che, dopo aver cercato durante la notte di fuggire da Milano sul dorso di una mula, dopo lungo divagare, nuovamente il mattino si ritrovava in città. Ne parla Paolino (in Vita di Sant'Ambrogio, 8, 1), la mula però è una invenzione di Colombo.

Il quale, comunicando per radio la sua elezione alla sede ambrosiana, confessava: "A tanto non si era mai levato neppure il più svagato dei miei pensieri" (Rivista Diocesana Milanese 52, 1963, p. 498).

Non era un modo di dire convenzionale e contato, che ricorre sulle labbra anche di chi all'episcopato e al governo di una diocesi ha aspirato con tutte le forze del suo desiderio.

(Inos Biffi,

Il Cardinale Giovanni Colombo.

Un maestro di sapienza cristiana sulla Cattedra di Sant'Ambrogio,

NED 2002, p.126)

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Mons. Giovanni Colombo nel Seminario di Venegono, il giorno della nomina ad Arcivescovo di Milano, 14 agosto 1963. Nella foto a destra, attorniato dai chierici di teologia, che consacrerà preti nel giugno 1964.

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Una pagina del Diario di Mons. Giovanni Colombo designato Arcivescovo di Milano

TESTO DELLA PAGINA

qui a fianco

10 luglio 1963

mercoledì

Verso mezzogiorno S. E. Mons. Schiavini mi chiama al telefono, mi prega d’interrompere le udienze (nel Seminario del Duomo) e di salire in Curia nel suo ufficio. Mi comunica la notizia consegnandomi il foglio della Concistoriale. Sgomento indicibile. Tutto mi sembra assurdo. E gli abbraccia e incoraggia.

Alle 17 finita l'adunanza per le destinazioni; partito S. E. Mons. Oldani, mi fermo solo con S. E. Schiavini. Decido di correre a Roma. Mi inginocchio a chiedergli la benedizione.

 

Alle 20.30: lunga preghiera nella basilica del Seminario: solo con il Signore Gesù, mi lascio guardare da lui negli occhi; gli chiedo perché.

 

Notte quasi insonne. Come d’improvviso mi vengono in mente due nomi: Dugnani, Moioli. Mi paiono ispirati. Verso il mattino mi addormento.

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