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IL CARDINALE CORAGGIOSO
CONTESTAZIONE, VIOLENZA E TERRORISMO

In questa sezione vengono riportati gli interventi dal cardinale Giovanni Colombo nei momenti bui della Storia di Milano: del Sessantotto, gli "anni di piombo" del terrorismo che seguirono, la contestazione e la violenza che misero "in ginocchio" la Città in cui il Cardinale si è trovato a guidare come Pastore. Nei vari interventi dell'Arcivescovo Colombo, si possono trovare spunti di riflessione per i tempi difficili di terrorismo che stiamo vivendo anche oggi.

La Milano del Cardinale Colombo arcivescovo è, come molta parte dell'Italia, una città in cui la violenza dilaga. La cieca violenza ideologica, che si alimenta del sangue degli innocenti. E' la città della strage di Piazza Fontana, quel 12 dicembre del 1969 dove il Cardinale fu tra i primi ad accorrere sul posto della strage, la Banca dell'Agricoltura.

E' la città in cui studenti contro studenti, e studenti contro forze dell'ordine si scontrano quasi quotidianamente, trasformando strade e piazze dei campi di battaglia sui quali restano molti feriti e persino qualche morto. Solo nel biennio 1968/1969 ci furono in città  cinquecento poliziotti e carabinieri feriti durante manifestazioni.

Milano è la città dove il commissario di polizia Luigi Calabresi viene barbaramente ucciso sotto casa sua il 17 maggio 1972.

Come lui e dopo di lui, molte altre saranno le vittime inermi di un odio cieco che sembra non conoscere fine. Una vera cultura della morte.

In questo clima, il Cardinale Colombo percepisce chiaramente lo sbandamento che serpeggia nelle fila dello stesso mondo cattolico, di disorientamento sperimentato da molti circa la propria identità e il proprio ruolo in una società che, nei fatti, è in guerra.

Che cosa deve fare un cristiano in un clima così? Fuggire verso un non meglio precisato orizzonte spirituale? Confondersi con il mondo e diventare parte di esso? Decretare l'impossibilità di operare per l'evangelizzazione di un mondo simile, dichiarandolo irrecuperabile? Il Cardinale arcivescovo Giovanni Colombo sceglie, come sempre, come si potrà notare in questi interventi, di proseguire l'insegnamento del magistero della Chiesa: dove per i cristiani la strada maestra è, ancora una volta, il realismo della fede.

"Le cose si conoscono

con l'analisi scientifica,

ma gli uomini si conoscono amandoli"

 

Giovanni Colombo

 

PUBBLICAZIONI

Il Cardinale Giovanni Colombo non ignorava - e gli interventi successivi del suo episcopato lo confermano -  che il pericolo non veniva solo dalla sinistra. Un'idea deforme e deformante della libertà stava avanzando nel senso comune della gente, figlia di un'idea libertaria della vita e dell'uomo. Contro questa deriva neopagana il Cardinale non mancò di far sentire forte il suo richiamo.

"Appare evidente - scrive nel 1977 - la differenza inconciliabile tra la concezione evangelica della libertà e quella di certe diffuse teorie moderne. In queste, la libertà è sganciata da ogni norma oggettiva, da ogni riferimento costante a qualcosa o qualcuno che non sia la variabile pressione delle circostanze e dell'imprevedibile e gratuito impulso volitivo del momento. Nell'insegnamento di Cristo, invece, la libertà implica innanzitutto il vedere chiaramente per che cosa l'uomo deve tenersi libero, per poi conseguentemente decidere da che cosa liberarsi".

In poche righe troviamo riassunto il cuore del conflitto tra dottrine relativiste e concezioni tradizionali della libertà. "La libertà - conclude il Cardinale -  per consistere, ha necessità di essere radicata in un valore autentico. Chi vuole realmente essere libero, deve mettersi al servizio della verità".

  • Mario Palmaro, Il Cardinale coraggioso, Ed. Gribaudi, 2002

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