LA RISURREZIONE IN CRISTO E LA BEATITUDINE DELL'UOMO
OMELIE AL PAESE NATIVO
Nella foto: 1 novembre 1960.
Benedizione della cappella cimiteriale dedicata ai parroci e ai sacerdoti della parrocchia di Caronno.
Nel pomeriggio del 1 novembre 1960 - Festa di tutti i Santi, S.E.Mons. Colombo torna per la prima volta a Caronno da vescovo per la benedizione della cappella cimiteriale dedicata ai parroci e ai sacerdoti della parrocchia. Per l'occasione era presente tutto il Paese.
DISCORSI
Le sue visite per l'occasione della Commeorazione dei fedeli defunti, erano un appuntamento fisso con i comparrocchiani.
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Omelia al Cimitero per la Commemorazione di tutti i fedeli defunti, Caronno 2 novembre 1975 continua
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Omelia nel giorno dei morti, Caronno, 1 novembre 1980 continua
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Lasciamo parlare le tombe e il cuore di chi le abita, Caronno, 1 novembre 1981 continua
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Pensiero introduttivo alla processione verso il cimitero. Caronno, 1 novembre 1988 continua
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Nel giorno dei morti scocca per tutti l'ora della verità, Caronno, 1 novembre 1985. continua
Frammenti di un ricordo...
A Caronno anche nella malattia. 1 novembre 1988 - Solennità di tutti i Santi.
Il primo novembre si reca a Caronno. E' accolto festosamente come sempre dalla Gente a dalla Banda, ma si vedeva subito che non stava tanto bene. E così durante la Liturgia della Parola sta male e deve interrompere la celebrazione della Santa Messa. Portato in sacrestia viene visitato da due medici. Poi viene condotto a Milano. Il Parroco continua la celebrazione della Messa poi la processione al Cimitero: viene anche letto il "suo" discorso ai caronnesi.
" Era consuetudine che il pomeriggio di Ognissanti si recasse a Caronno. Ogni volta, l'annunciato ritorno al paese nativo lo animava di ricordi, di emozioni, di voglie d'incontri e di fierezze mal celate.
Si preparava accuratamente, perciò. Preparò la predica "dei morti": la corresse e me la lesse più volte, anche se poi l'avrei dovuta recitare io.
A pranzo, anticipato sull'ora consueta, non solo era silenzioso, ma anche con gli occhi socchiusi, concentrato su qualcosa che a me sfuggiva. Io immaginavo pensasse alla "sua Caronno", che avrebbe tra poco visitata, e al cui richiamo sapevo sensibilissimo.
Gli chiesi se fosse preoccupato e se era il caso di annullare l'andata al paese. rispose che no e che ci andava tutti gli anni in quell'occasione e non scorgeva motivo di fare un'eccezione. Si sentiva in obbligo. Quando partimmo in automobile notai altri segni di stanchezza, di paura, di inquietudine. Ripetutamente gli proposi di fare dietro-front. "No! Siamo già in viaggio" era la risposta.
A Caronno con tutte le apprensioni e le incertezze che mi passavano per la mente gli feci iniziare la Messa, anche per non contraddirlo a noia.
Più volte tentai di chiedergli come stesse.
Rispondeva sbrigativo: "Bene!". Alla recita del "Credo", tuttavia - avevo già fatto cercare un medico - lo invitai in sacrestia e feci proseguire dal parroco la liturgia rimasta interrotta. Non si oppose questa volta. Rispose in modo adeguato ad ogni domanda del dottore e si lasciò visitare. Lo riportai a casa. Come fu adagiato a letto l'assalì l'ictus. Cominciarono i lamenti e l'angoscia. Le notti, specialmente, e giorni che seguirono furono strazianti dal grido che ripeteva. Ritornarono le invocazioni continue alla "cara e santa Madonna": litanie di titoli ed epiteti d'affettuoso affidamento a Lei gli fiorivano sulle labbra".
(Mons. Francantonio Bernasconi, Con il Cardinale malato, da Ambrosius n.5/1992, Ed. I.T.L.).
Una delle visite del Cardinale in occasione
della Commemorazione dei Defunti,
saranno un appuntamento fisso
con il "suo" Paese.
La tomba dei genitori del Cardinale Colombo nel cimitero di Caronno P.
Lapide commemorativa dedicata al Cardinale Colombo nella Cappella dei Sacerdoti a Caronno P.